Ancora una volta, Asus e Gigabyte si confermano essere i maggiori produttori di schede madri al mondo. Entrambe le compagnie hanno venduto circa 8 milioni di unità nella prima metà 2015, ma nonostante questo primato, i numeri sono decisamente più bassi rispetto alla prima metà del 2014.
Le difficoltà del mercato PC in questa prima metà del 2015 si vedono chiaramente dai risultati di vendita dei maggiori produttori mondiali. Questi 6 mesi sono stati un periodo molto difficile, soprattutto rispetto allo stesso periodo del 2014, dove si era vista una buona ripresa del mercato.
Secondo quanto riportato da DigiTimes, Asus e Gigabyte avevano previsto di vendere 20 milioni di unità a testa nell'arco del 2015. Ad oggi, è più probabile che entrambe le compagnie si fermino intorno a 18 milioni di unità, circa il 10% in meno rispetto all'obiettivo iniziale. Le difficoltà di mercato si stanno facendo sentire, soprattutto per Asus, che per anni è stata abituata ad essere la leader indiscussa. A causa di queste difficoltà, si è inasprita la concorrenza, con conseguenti battaglie a colpi di prezzi.
Osservando i dati di vendita di realtà come MSI e ASRock, vediamo che entrambe le compagnie hanno venduto circa 2 milioni di schede madri nella prima metà dell'anno, e anche queste cifre sono al ribasso rispetto all'obiettivo iniziale. Difficile che nei 5 mesi e mezzo restanti del 2015 queste due compagnie possano superare i 6 milioni di unità vendute.
Il mese di Agosto sarà uno dei momenti chiave per tutti i produttori di schede madri. Con Intel pronta a lanciare i nuovi processori Skylake, CPU prive di modulo di regolazione del voltaggio integrato, i produttori di schede madri potranno diversificare l'offerta grazie a design di alimentazione progettati ad hoc secondo le differenti necessità. Tutti quanti punteranno sul mercato gaming, dove Asus può vantare anche una linea di sistemi desktop pre-assemblati, mentre ASRock attaccherà il mercato server con soluzioni a basso costo per il settore industriale. Il 2015 si prospetta un anno duro per tutti, ma anche molto interessante.
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DigiTimes